La rinascita del Toro - Torino Club Fedelissimi Granata Pesaro

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Il nuovo Torino, ufficialmente acquisito da Cairo il 2 settembre, deve disputare il 10 settembre la sua prima giornata del campionato di serie B.

In tempi ristrettissimi bisogna costruire una squadra degna della tradizione granata. In appena sette giorni sono acquistati dieci giocatori. A Rosina, Stellone, Taibi, Balestri, Nicola, Fantini, Edusei, Longo, Orfei si aggiunge Roberto Muzzi, che firma per il Toro un minuto prima della chiusura del mercato. La formazione viene affidata al tecnico Gianni De Biasi.

Per il primo scontro con l’Albinoleffe al Delle Alpi accorrono in trentamila per incitare il nuovo Torino. Davanti ad una Maratona in festa, al sedicesimo del primo tempo, il piemontese Enrico Fantini, sigla la prima e decisiva rete della stagione del Torino Football Club, nel frattempo trasformatosi in S.p.A.

Il Toro, nonostante i giocatori abbiano effettuato la preparazione pre-campionato con squadre differenti, dimostra subito buone capacità di gioco. La battuta d’arresto con l’Atalanta a Bergamo (2-1) non frena l’entusiasmo della squadra, che colleziona 9 risultati utili consecutivi. A novembre le vittorie della squadra con Modena (2 –1) e Verona (2 –1) entusiasmano i tifosi anche se nessuno, per preciso volere del Presidente, nomina mai la “Serie A”. Alla fine del girone d'andata il Torino è  terzo.
Dal mercato di gennaio arrivano Lazetic, Gallo, Melara, Ferrarese, Vryzas ed Abbruscato, giocatori di qualità che però inizialmente  faticano ad integrarsi con il resto della squadra. Nel girone di ritorno nelle prime 11 partite il Torino riesce ad ottenere solo 10 punti e dopo la sconfitta a Piacenza per 1 a 0  scivola al settimo posto, fuori dalla zona play-off. Il Presidente (foto) fa comunque muro contro le critiche sostenendo la squadra e l'allenatore De Biasi.

Dal mercato di gennaio arrivano Lazetic, Gallo, Melara, Ferrarese, Vryzas ed Abbruscato, giocatori di qualità che però inizialmente  faticano ad integrarsi con il resto della squadra. Nel girone di ritorno nelle prime 11 partite il Torino riesce ad ottenere solo 10 punti e dopo la sconfitta a Piacenza per 1 a 0  scivola al settimo posto, fuori dalla zona play-off. Il Presidente fa comunque muro contro le critiche sostenendo la squadra e l'allenatore De Biasi.

Il 18 marzo al Delle Alpi contro il Mantova la Maratona sostiene la squadra esponendo lo striscione “Fino all’ultima goccia di sudore”. Il Toro vince 2-0 con gol di Muzzi e Ferrarese ed inizia la rimonta. Seguono altre due vittorie, con il Cesena (1-2 con gol di Nicola e Martinelli) e con il Catania (2 –1 con gol di Abbruscato e Rosina).

La sconfitta contro il Modena al novantunesimo  non frena il Torino che infila sei fantastiche vittorie nelle ultime sei partite: 0-1 a Verona (Stellone), 1-0 con l’Avellino (Melara), 2-0 a Trieste (doppietta di Stellone), 1-0 con il Rimini (Rosina), 1-0 a Brescia (Abbruscato) ed un esaltante 3-0 alla Cremonese (con doppietta di Vryzas e prima rete del giovane  Vailatti, proveniente dal vivaio granata).

Il Toro, conclusa la stagione regolare al terzo posto con 76 punti, deve per la seconda volta consecutiva disputare i play-off.  Mantova (quarto a 69 punti), Modena (quinto a 67 punti) e Cesena (sesto a 66 punti) contendono al Torino il terzo posto valido per l’accesso alla serie A.  Nella gara di andata  con il Cesena il Toro pareggia 1- 1 con gol di Longo. La gara di ritorno si gioca al Delle Alpi dove  più di trentamila tifosi spingono il Toro alla vittoria per 1 - 0 (gol di Balestri, alla prima rete stagionale).

L’avversario in finale è il Mantova, uscito vincitore dallo scontro con il Modena. All'andata a Mantova dopo l'iniziale vantaggio di Longo arrivano quattro reti mantovane (di cui due su rigore) a cui rimedia solo in parte il gol al 74’ di Abbruscato.

Al ritorno a Torino i quasi sessantamila tifosi assiepati sugli spalti del Delle Alpi credono fortemente nella rimonta. Il Torino schiera  Taibi in porta, Nicola, Brevi, Doudou e Balestri in difesa, Lazetic, Gallo, Longo e Rosina a centrocampo, Muzzi ed Abbruscato in attacco. Cairo è in panchina, vicino ai giocatori e al mister.

Rosina al 36' segna il gol del vantaggio su rigore e Muzzi al 63' la seconda rete che consente al Torino di accedere ai supplementari. Nella bolgia del Delle Alpi  Nicola al 95' riesce ad insaccare di testa portando il risultato sul 3 -0:  il sogno si sta avverando.  

Il Mantova non si dimostra un avversario facile, Poggi su rigore porta il risultato sul 3 a 1. Negli ultimi e concitati minuti il Toro, rimasto in 10 per l'espulsione di Fantini subito dopo il suo ingresso in campo, difende fino all’ultimo la sua porta e la promozione in A. All'ultimo minuto un tiro del mantovano Gasparetto sfiora il palo. Non si è del Toro se non si soffre fino alla fine.
Al fischio finale dell’arbitro la festa granata esplode, prima allo stadio e poi nelle strade e nelle piazze di Torino. Gli eroi di un’impresa fantastica vengono portati in trionfo dai tifosi e chiudono l’esaltante serata con un giro in pullman attraverso la città in festa. L’11 giugno 2006 il Torino di Cairo, in nove mesi e nove giorni di vita, torna in serie A.
Il “progetto” non si ferma con la conquista della A. Nel luglio 2006, Cairo acquista all'asta fallimentare i marchi del Torino assieme alle coppe e i cimeli della società e con essi la storia ed i meriti sportivi che fecero grande il Torino nell'arco di un secolo dalla sua fondazione.  Viene in questo modo coronato un anno di successi, creando le condizioni per poter festeggiare il Centenario della fondazione del Torino  nella continuità sportiva.
La stagione 2006/2007 è la prima del Torino di Urbano Cairo in serie A. Il Presidente granata nomina nuovo direttore generale Doriano Tosi, mentre sulla panchina, dopo l’esonero di De Biasi del 7 settembre 2006, siede Alberto Zaccheroni. La squadra, rinforzata tra gli altri dagli acquisti di Abbiati, Comotto, De Ascentis, Fiore e Barone (fresco di vittoria della Coppa del Mondo in Germania) non parte benissimo e, dopo 5 giornate, si ritrova con appena 2 punti in classifica. Al termine del girone d’andata, comunque, il Toro svolta all’undicesimo posto, dopo esser stato anche settimo in occasione dell’importante successo esterno (0-2) ad Ascoli al 16° turno.
Nei mesi di gennaio e febbraio, però, i granata inciampano in una serie di 7 ko consecutivi, e la società opta per l’esonero di Zaccheroni ed il rientro di De Biasi sulla panchina. Nelle successive 4 partite il Toro ottiene ben 9 punti, ma presto i risultati tornano a farsi altalenanti. Risultano così decisivi i successi al 35° turno ancora sull’Ascoli (1-0, rete di Rosina) ed al 36° a Roma contro i giallorossi (0-1, gol di Muzzi) per il mantenimento della categoria. Il Torino chiude al 16° posto con 40 punti in classifica.





LA CURVA MARATONA

Nel 2007/2008 il Toro di Urbano Cairo riparte investendo per continuare a crescere. Il 13 giugno vengono presentati i volti nuovi al fianco del Presidente: il tecnico Walter Novellino, che arriva da 5 ottimi stagioni alla Sampdoria, l’Amministratore Delegato Stefano Antonelli ed il Direttore Sportivo Fabio Lupo. Con 13 milioni di euro ed un monte ingaggi tra le prime società di serie A, in maglia granata giungono calciatori del calibro di Corini, Grella, Ventola, Zanetti, Sereni, Natali, Di Michele e Recoba, oltre all’acquisto dell’intero cartellino di Comotto ed altre operazioni di livello.
Dopo un buon precampionato, con la vittoria del Trofeo del Centenario sul Penarol di Montevideo, il Torino di Novellino però stenta a decollare. Gli inserimenti in rosa, nel mercato di gennaio, di Diana e Pisano migliorano la situazione, ma sono la sfortuna ed i tanti infortuni (circa 60, alcuni anche gravi) a zavorrare il cammino della squadra granata. A 5 giornate dal termine del campionato Novellino viene sostituito da De Biasi, reduce dall’esperienza in Spagna nel Levante. Con le vittorie decisive in casa con il Napoli ed in trasferta a Livorno, il Toro è matematicamente salvo con una giornata di anticipo e chiude, ancora una volta con 40 punti, al 15° posto in classifica.

Il Torino versione 2008/2009 parte nel segno della continuità tecnica: in panchina c'è infatti Gianni De Biasi. Il ruolo di direttore sportivo viene ricoperto da Mauro Pederzoli, già ds di Brescia e Cagliari e uomo mercato del Liverpool. La campagna acquisti è universalmente riconosciuta come di ottimo livello: Abate, Saumel, Dzemaili, Pratali, Colombo, Calderoni e soprattutto il centravanti Bianchi dal Manchester City (l'acquisto più costoso dell'era Cairo), si inseriscono in un gruppo già competitivo. Ma dopo la rotonda vittoria al debutto stagionale in Serie A (3-0 sul Lecce), la squadra non riesce a trovare continuità di risultati e viene presto risucchiata nelle zone basse della classifica. Dopo Torino-Fiorentina 1-4 del 7 dicembre, De Biasi viene esonerato ed al suo posto torna Novellino, voglioso di rifarsi dopo le delusioni della stagione precedente. Ma nemmeno con "Monzon" il Toro decolla, complici anche i moltissimi torti subìti che falcidieranno il cammino fino al termine del campionato: le uniche soddisfazioni arrivano dalla Tim Cup, dove i granata vengono eliminati solo ai quarti di finale dalla Lazio, che si aggiudicherà poi il trofeo.


A gennaio il Presidente Cairo ingaggia come direttore sportivo l'esperto e carismatico Rino Foschi, reduce da 5 stagioni ricche di soddisfazioni al Palermo. Con la squadra invischiata in piena zona retrocessione, dopo Torino-Sampdoria 1-3 del 22 marzo, viene chiamato a sedersi sulla panchina, al posto di Novellino, Giancarlo Camolese, "ex" giocatore e tecnico del sodalizio granata. Ma la situazione in classifica non cambia: nonostante le vittorie su Siena, Catania e Napoli, il Toro pareggia in casa con il Bologna, suo diretto avversario per la salvezza, e perde con Genoa e Roma, chiudendo il torneo a 34 punti, a - 3 dalla zona salvezza occupata proprio dal Bologna.






Il Toro torna in serie cadetta

Dopo l’inaspettata discesa negli inferi della serie cadetta per il Toro si apre una stagione che deve essere necessariamente quella del rilancio. Con un notevole sforzo economico da parte del presidente Cairo vengono mantenuti in rosa molti giocatori di categoria superiore e i risultati si vedono fin dall’avvio del torneo. La squadra, affidata alla grintosa guida di Stefano Colantuono, ingrana subito la quarta e sembra rispettare i pronostici della vigilia, che la vedevano come una delle principali candidate alla promozione.

Qualcosa si inceppa però sul far dell’inverno. La squadra inizia a lasciare per strada qualche punto di troppo e l’ardore agonistico mostrato inizialmente va via via scemando. A nulla serve, nel mese di dicembre, l’avvicendamento in panchina tra il tecnico Colantuono, poi richiamato a gennaio, e Beretta.

Intanto il presidente Cairo decide di affiancare al Direttore Sportivo Foschi un giovane DS, il cui curriculum parla di un ottimo lavoro svolto al Pisa, che risponde al nome di Gianluca Petrachi. Dodici colpi di mercato, uniti a dieci cessioni, rendono bene l’idea del mercato granata di gennaio. Una rivoluzione. Il Torino inserisce nuovamente il turbo e inizia a risalire la classifica: dalle sabbie mobili della Lega Pro torna a respirare l’aria dell’alta classifica. E’ una cavalcata emozionante. Alla fine i granata chiudono la stagione regolare al quinto posto, a pochi punti dalla promozione diretta in Serie A, guadagnandosi comunque il diritto a disputare i play-off, che assegnano un ulteriore pass per il paradiso.

Quattro partite che valgono una stagione. Il Torino le gioca con il coltello tra i denti. Non ha il vantaggio del campo, non ha quello del “doppio pareggio”, deve solo vincere. L’impresa gli riesce in semifinale contro il Sassuolo (i granata pareggiano 1-1 in casa ma vanno ad espugnare il “Braglia” 2-1). Purtroppo però il sogno si interrompe sul più bello. Al termine della doppia sfida in finale contro il Brescia saranno proprio i lombardi, in virtù dello 0-0 dell’andata e della vittoria 2-1 al ritorno, a guadagnarsi la promozione.

Al Torino resta l’amarezza di una stagione vissuta tra alti e bassi, tra incauti scivoloni ed entusiasmanti vittorie. Rimarrà però nella mente dei tifosi la grande grinta e la rimonta, che per un nulla non ha significato Serie A, iniziata a gennaio.

Da qui ripartirà il nuovo Toro 2010-’11. Da questa grinta e da questa voglia di riscatto. Dalla voglia di riprendersi ciò che gli appartiene. La Serie A.




Bianchi e Ogbonna nella stagione 2010/2011

Il Torino riparte dalla beffa di Brescia, sconfitto nella finale playoff, affidando il progetto tecnico a Franco Lerda, allenatore emergente nonché ex calciatore e viscerale tifoso granata. Nonostante le incoraggianti premesse, la stagione 2010-2011 scivola però via nell'anonimato di una classifica che induce la Società a esonerare Lerda pur di scuotere la squadra. Ma l'avvicendamento con l'esperto Papadopulo non produce alcun effetto, anzi complica ulteriormente le cose. Pertanto la dirigenza richiama Lerda, confidando in una reazione d'orgoglio del gruppo. Che difatti si manifesta, pur se poi risulterà una vacua illusione. Tant'è che dopo aver faticosamente recuperato il divario con le squadre in lotta per la zona playoff, il Torino crolla in casa proprio nell'ultima, decisiva giornata della regular season: il ko contro il Padova estromette i granata dalla lotta per la promozione e conclude nel modo peggiore, tra la rabbia dei tifosi, una stagione soltanto da dimenticare.




Il Toro sconfitto ai play-off dal Brescia

Nel solco della polemica, tracciato a maggio, i tifosi accolgono con una dura contestazione il nuovo Torino, affidato a Ventura, nel primo giorno di allenamento. Il tecnico genovese però dimostra subito il suo spessore:
intanto persuadendo la dirigenza a costruire la squadra nei modi e nei tempi giusti, poi azzerando malumori e perplessità con una partenza talmente razzente da trasformare la rabbia tifosa in orgoglio. Quella del Torino diventa così una cavalcata imperiosa verso la serie A.

Nonostante molteplici difficoltà; una tragedia (il 9 ottobre, di rientro dalla squillante vittoria di Verona, al casello di Santena il pullman del Torino viene tamponato da un tir rubato: in mezzo, però, viene schiacciata un'auto e due giovani vite vengono stroncate);la beffa di Padova (una partita non giocata regolarmente per il guasto all'impianto di illuminazione, poi vinta a tavolino e successivamente persa nel secondo e terzo grado di giudizio).

E pure un rosario di rinvii, a comprimere il calendario con un tour de force di impegni nelle ultime settimane di campionato (sei partite e mezza in 20 giorni) per la disgrazia di Piermario Morosini, la neve di Brescia, il diluvio universale di Torino contro la Reggina. Ma la squadra di Ventura si dimostra più forte di tutto e di tutti e dopo un limbo durato tre anni il Torino torna finalmente in serie A. Il suo posto, la sua casa

E' finalmente serie A al termine della stagione 2011/2012


FONTE: www.torinofc.it  Foto LaPresse e F:4.

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