Gli anni '50 e '60 - Torino Club Fedelissimi Granata Pesaro

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La ripresa della squadra, dopo la grande tragedia, fu difficilissima. Ferruccio Novo, ancora alla presidenza, ripartì dal settore giovanile per preparare, nella stagione 1949/50 un Torino dignitoso.

Arrivarono Beniamino Santos, mezz’ala argentina, gli svedesi  Hjalmarsson e Bengtsson oltre a Carapellese ed al portiere Bepi Moro. Della squadra dell’anno precedente restavano Sauro Tomà e Luigi Giuliano, proveniente dal vivaio. In quell’anno la Juventus si aggiudicò lo scudetto. Il Toro concluse la stagione al sesto posto, con un grande Santos autore di 27 reti.

La stagione successiva 1950/51 segnò l’inizio di un periodo tormentato, i granata si salvarono alla penultima giornata. Allo stesso modo nell’anno successivo, sempre con Mario Sperone al comando, il Torino giunse alla sospirata salvezza solo all’ultima giornata, con uno 0-0 in casa contro l’Udinese.

Il Torino fu la prima società in Italia ad avere una tifoseria organizzata ufficialmente. Proprio nel 1951, infatti, nacque il "Gruppo Sostenitori Granata", primo vero gruppo organizzato in Italia.

Nel 1952 arrivò un giocatore che si rivelò fondamentale per gli anni successivi: il tedesco Horst Buhtz. Il campionato 1952/53, con Jesse Carver come allenatore e Buhtz leader in campo, vide il Toro piazzarsi al decimo posto, con 31 punti in 34 gare. L’anno successivo, Ussello allenatore e Jesse Carver direttore tecnico, il Torino chiuse al 9° posto, con 33 punti e Buhtz vero goleador con 11 reti

Seguì un periodo negativo, con l’abbandono di Novo sostituito prima da un comitato di reggenza e poi da Teresio Guglielmone.

Nelle due annate successive 1954/55 e 1955/56 i granata si piazzarono al nono posto. Nel ‘56 Guglielmone lasciò la presidenza a Mario Rubatto, Buhtz lasciò la squadra ma arrivarono Armano, Ricagni, Arce, Tacchi e Jeppson grazie ai quali il Toro chiuse il campionato al quinto posto.

Rubatto portò la squadra a giocare al Comunale e concluse un contratto con lo sponsor cioccolato Talmone: la squadra si chiamerà da questo momento Torino Talmone. Proprio con questo nome, nonostante l’arrivo di Lido Vieri in porta, il Toro concluse il campionato 1958/59 in diciassettesima posizione, con 23 punti. Fu la prima retrocessione in Serie B.

Nel 1959 arrivò alla presidenza Luigi Morando che riuscì a riportare subito il Toro in serie A (1959/60) ed eliminò la dizione Talmone dal nome della squadra. L’anno successivo (1960/61) settima piazza per la squadra, seguirono anni di piazzamenti 12° (1960/61), 7° (1961/62), 10° (1962/63) ed ancora 7° (1963/64).



Nel 1963 arrivò alla presidenza Orfeo Pianelli (foto), che rimpiazzò Angelo Filippone. Arrivarono anche Nereo Rocco (foto) in panchina, Puia, Albrigi e Moschino ed ancora il grande Gigi Meroni, la farfalla Granata. Nel Campionato 1964/65 il Torino ottenne il miglior piazzamento del dopo-Superga, terzo dietro Inter e Milan con 44 punti. Anche in Coppa delle Coppe il Toro si fece onore arrivando alla semifinale dove venne sconfitto dal Monaco 1860.

Nei due campionati successivi la squadra si dovette accontentare di un 10° e di un 7° posto. Nel 1967 una nuova finale di Coppa Italia, persa contro la Roma (andata 0-0 e ritorno 1-0).

Il campionato 1967/68 si aprì con un cambio di allenatore, Edmondo Fabbri sostituì Rocco, contestato dai tifosi per il gioco troppo difensivista.

Un altro tragico lutto si abbattè sul Torino: la morte dell’amato attaccante Gigi Meroni.

Il 15 ottobre del 1967, dopo la gara giocata e vinta contro la Sampdoria allo Stadio Comunale, Meroni venne travolto e ucciso da un auto in Corso Re Umberto, a Torino. Una vera tragedia per la squadra e per i tifosi. Il derby giocato la settimana successiva fu vinto 4 a 0 con rabbia e disperazione dai compagni di squadra di Meroni. Il Toro chiuse poi il campionato al settimo posto.

A risollevare gli animi arrivò il terzo trionfo nella Coppa Italia: i granata si aggiudicarono il torneo battendo Milan, Inter e Bologna.






Il campionato 1968/69 si chiuse con il Toro solo al sesto posto ma la squadra stava crescendo, grazie all'apporto di Rampanti, Mondonico, Agroppi e soprattutto di Paolo Pulici, che segnò il suo primo gol in serie A il 6 aprile 1969 contro l’Inter.

Furono anni di piazzamenti a metà classifica nei campionati, un settimo posto nel 1969/70 ed un ottavo nel 1970/71 . Ma nel 1971 arrivò una nuova vittoria in Coppa Italia, la quarta. I granata batterono il Milan ai rigori nella finalissima. Vero eroe Castellini, in grado di parare due rigori a Rivera.

FONTE: www.torinofc.it  Foto LaPresse e F:4.

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