Il primo scudetto 1927/28 - Torino Club Fedelissimi Granata Pesaro

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Al termine della guerra il campionato riprese nell'ottobre del 1919. Anche il Torino, come altre squadre, aveva perso molti dei suoi giocatori al fronte. La ripresa fu in sordina, i granata giunsero terzi nel girone piemontese, alle spalle di Pro Vercelli e Juventus. Anche nella stagione 1920/21 non esisteva ancora il Girone unico ma una serie di gironi regionali. Il Torino terminò il suo girone di semifinale del nord Italia a pari merito con il Legnano e divenne necessaria una gara di spareggio.

Quella contro il Legnano sembra sia stata la gara ufficiale più lunga mai giocata in Italia. Al termine dei tempi regolamentari il risultato si attestò sull’1-1, quindi seguirono due tempi supplementari di 30 minuti ciascuno alla fine dei quali il risultato era ancora in parità. L’arbitro decise di far disputare un terzo supplementare ma dopo 8 minuti le squadre, sfiancate, si arresero, si strinsero la mano e rinunciarono a proseguire. La ripetizione, di comune accordo, non venne mai disputata e lo scudetto di quell'anno fu appannaggio della Pro Vercelli, che batté il Pisa nella finalissima.

Negli anni venti cominciano a giocare al Torino i fratelli Martin, quattro come i Mosso. Martin II fu il più forte e disputò ben 359 gare di campionato con la maglia granata. Nella sfida contro il Brescia del 9 novembre 1924, per la prima ed unica volta, tutti e quattro i fratelli Martin (Piero, Cesare, Dario e Edmondo) furono schierati insieme.

Anche Bachmann giocava ancora, mentre Janni era un giovane e promettente giocatore. Il 7 aprile 1922 si dimise Vittorio Pozzo, per motivi familiari e professionali, sostituito dall'ex giocatore Francesco Mosso.


Nel 1924 alla presidenza del Torino venne eletto il Conte Marone Cinzano (foto), che riuscirà a far vivere momenti di gloria alle casacche granata. Fin dall’estate 1925 Cinzano si gettò in operazioni di mercato mirate alla formazione di una squadra molto competitiva. Dall'Argentina arrivò il bomber Julio Libonatti (primo oriundo a vestire la maglia azzurra della Nazionale) e dall'Alessandria Adolfo Baloncieri. Quell’anno il Torino giunse solo secondo alle spalle del Bologna nel proprio raggruppamento, ma Libonatti e Baloncieri mostrarono subito il loro valore, segnando 38 gol dei 67  complessivi della squadra.

L’anno successivo arrivò al Torino dallo Spezia anche la mezz’ala Gino Rossetti, che il Conte Cinzano pagò ben 25.000 lire. Rossetti, assieme a Libonatti e Baloncieri, diede vita al famoso “trio delle meraviglie”, arricchito dalla sagacia tattica del tecnico Tony Cargnelli. Arrivarono anche il portiere Bosia, l'ungherese Balacics, e dal Pisa Enrico Colombari, esterno di classe e sostanza.

L’annata 1926/27 vide l'inaugurazione dello stadio Filadelfia: l’avvenimento venne festeggiato il 17 ottobre del 1926 con una vittoria per 4-0 ai danni della Fortitudo Roma.

La squadra dell'anno 1926/27 era allenata da Schoffer e composta da Bosia, Balacics, Martin II, Colombari, Janni, Sperone, Carrera, Baloncieri, Libonatti, Rossetti, Franzoni. Una grande formazione che infatti si aggiudicò il titolo il 10 luglio 1927, battendo 5-0 il Bologna secondo in classifica. Il titolo venne poi revocato il 3 novembre dello stesso anno, per  un presunto tentativo di corruzione di Allemandi, terzino della Juventus, avvenuto in occasione del derby disputato il 5 giugno del 1927 e vinto dal Torino per 2-1 con gol di Balacics. Si era già alla fine del campionato quando il giornale “Lo sport” di Milano pubblicò la notizia di un broglio a favore del Torino, notizia ripresa dal “Tifone” di Roma ed ampliata da un giornalista che abitava nella stessa pensione di Allemandi.
Lo scudetto venne revocato mentre Allemandi fu squalificato a vita. Il titolo italiano nel 1927 non fu assegnato, ma Allemandi fu amnistiato e scontò alla fine solo un anno di squalifica grazie all’ottimo comportamento degli Azzurri alle Olimpiadi di Amsterdam.

L’anno successivo il Torino si riconfermò Campione d’Italia, mettendo a tacere tutte le polemiche. Dopo l’annullamento dello scudetto precedente la squadra reagì con il capitano Baloncieri grande trascinatore. Fu una cavalcata trionfale.  Divennero storiche alcune goleade come l'11-0 al Brescia e al Napoli e il 14-0 alla Reggiana, tutte al Filadelfia. Anche il trio delle Meraviglie non fu da meno: Libonatti, Baloncieri e Rossetti misero a segno rispettivamente 35, 31 e 23 gol, per un totale di 89 reti in tre.


                                La squadra del 1927/1928



Questa la formazione vincitrice del primo scudetto: Bosia, Martin III, Martin II, Martin I, Colombari, Sperone, Vezzani, Baloncieri, Libonatti, Rossetti, Franzoni. Il tanto atteso tricolore, che il Toro si aggiudicò il 22 luglio pareggiando con il Milan 2 a 2, venne degnamente festeggiato con una tournée-vacanza in Sud America.

Alla gioia per lo scudetto seguì la delusione dell'abbandono del Conte Marone Cinzano, troppo scosso dell'accusa che aveva portato all'annullamento dello scudetto del 1927. Così, nonostante il successo, Cinzano diede le dimissioni dalla presidenza e passò la mano a Giacomo Ferrari.



FONTE: www.torinofc.it Foto LaPresse e F:4.

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