Riporto e condivido le parole lette sul Tuttosport questa mattina scritte da Alberto Manassero:
Toro, l'onore non c'è più: che pena salvarsi così...
Lo 0-0 contro il Genoa senza tiri né reali occasioni da gol è stato inaccettabile e sommamente inaccettato dai 20 mila granata presenti e da tutti gli altri sparsi per il mondo. I fischi che dalla mezz’ora del primo tempo hanno cercato di stimolare i giocatori di Ventura fino alla fine, sono stati l’estremo insulto dopo il triplice fischio finale di Rocchi
TORINO - Che pena salvarsi così. Così senza onore, zuccherando la strada che porta alla permanenza in serie A con una partita spartita senza giocarla. E non una qualsiasi, bensì LA PARTITA per la gente del Toro, quella contro il Genoa attesa 1.445 giorni. Da quel 24 maggio del 2009 in cui i rossoblù senza stimoli, si stimolarono a sufficienza per venire all’Olimpico, vincere 3-2 e spedire il Toro (che si mangiò qualche gol clamoroso, comunque) in B, con coda di risse finali, squalifiche e rancori incancreniti fino a ieri. E ieri non ripuliti, giacché lo 0-0 senza tiri né reali occasioni da gol è stato inaccettabile e sommamente inaccettato dai 20 mila granata presenti e da tutti gli altri sparsi per il mondo. Loro, che sono il vero Toro, pretendevano la vittoria-vendetta, almeno pretendevano il serio tentativo di cercarla senza calcoli. I calcoli che, con la sconfitta del Palermo, pressoché salvano il Torino di Cairo (a + 5 sui rosanero quart’ultimi) e mettono buone chance in tasca al Genoa. Ma che pena salvarsi così. I fischi che dalla mezz’ora del primo tempo hanno cercato di stimolare i giocatori di Ventura fino alla fine, sono infine stati l’estremo insulto dopo il triplice fischio finale di Rocchi. Fischi e cori di "buffoni", "vergognatevi" e "venduti". Meritati: il Toro poteva e doveva salvarsi in un altro modo. Un tempo gli avevano tolto tutto, fuorché l’onore. Ora gli hanno ridato la serie A, ma l’onore non c’è più.
ALBERTO MANASSERO